Regine

Mary Stuart, regina di Scozia, da molti giudicata la più bella d'Europa, era alta quasi un metro e ottanta (in un'epoca in cui anche un uomo di quella statura era considerato un gigante). Francese di cultura e di temperamento, si sposò tre volte e fu al centro di un'interminabile serie di intrighi, senza tuttavia maturare un autentico discernimento politico.
Elizabeth Tudor, regina d'Inghilterra, aveva un fascino magnetico, una personalità ammaliante, grandi doti di intelligenza e sensibilità (suonatrice e danzatrice sopraffina). Divenne con il tempo emaciata e fragile, ma - nonostante la si considerasse «una donna molto strana» - non rinunciò mai alla vanità femminile. Rimase nubile, per la disperazione della sua corte, ma regnò a lungo, con ammirevole sagacia politica.
La nonna paterna di Mary e il padre di Elizabeth erano fratelli.
Quando Mary chiese ospitalità e protezione alla cugina, aveva ventisei anni. Elizabeth, di nove anni più anziana, le accordò di rifugiarsi in terra d'Inghilterra. Quasi venti anni dopo, pur con molte esitazioni, Elizabeth firmò il decreto che condannava a morte la cugina. Di lì a pochi mesi, l'8 febbraio 1587, Mary Stuart fu giustiziata.
In quei due decenni si consumò la tragedia che ha ispirato poeti e musicisti. In quei due decenni (che costituiscono, tra l'altro, due terzi della vita adulta di Mary Stuart) le due regine cugine si fronteggiarono a distanza, investite dall'inusitato ruolo di non essere regnanti consorti o reggenti ma di rappresentare direttamente le aspirazioni delle fazioni contrapposte (in primis, cattolici contro protestanti), con il pericolo sempre incombente del coinvolgimento delle potenze continentali. Né il rango né la parentela, che pure contribuirono a prolungare il regale duello, senza d'altronde che mai una sola volta le due donne s'incontrassero di persona, impedirono che si giungesse alla soluzione estrema.
L'esecuzione di Mary, però, fu solo il primo atto. Ciò che più di tutto le aveva messe una contro l'altra, infatti, era la questione della successione al trono d'Inghilterra. Il secondo atto, quello conclusivo, sciolse appunto il nodo inestricabile che aveva tenuto in ostaggio le due regine, una fisicamente l'altra moralmente: alla morte di Elizabeth (1603) salì al trono il figlio di Mary, James Stuart, che per primo unificò le corone di Inghilterra e di Scozia. Separate per tutta la vita da pubblici avvenimenti e da privati sentimenti, si ritrovarono congiunte in una sorta di postuma maternità, genitrici di quello che poi diventò il Regno di Gran Bretagna e infine il Regno Unito.