Amarena

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Lei si era sdraiata, la testa appoggiata sulle mie gambe.
Io ero seduto in un parco pubblico, pieno di gente.
Era notte, c'erano molte luci e la panchina era abbastanza illuminata.
Lei aveva uno sguardo languido e qualcosa di molle nella voce.
Diceva «ho sonno, sono stanca», ma intendeva un'altra cosa.
Io invece non la intendevo. Capivo che avrei dovuto intendere qualcosa, però non la intendevo.
Lei temeva di non essere abbastanza interessante, di non essere abbastanza interessante per me. Io invece la trovavo interessante, ma non capivo.
Poco prima, al buio, vicino a un albero, lei aveva detto: «Sei bellissimo, quando sorridi». Ci eravamo guardati negli occhi, ma era buio e io non riuscivo più a sorridere.
Lei aveva grazia. Era graziosa e aveva grazia. Io invece ero piuttosto goffo, mi sentivo goffo. Le tenevo una mano sotto la nuca. Avvertivo gli sguardi dei presenti, ma in realtà nessuno faceva caso a noi.
Poco più in là, su una panchina, due giovani donne si baciavano sulla bocca da alcuni minuti, senza prendere fiato.

Lei ora si muoveva, diceva qualcosa, ma io non ascoltavo. Si stirava mollemente e piegava la testa. Lei non vedeva le due donne e io non le guardavo.
Io credevo che lei fosse indifesa, che fosse una donna debole. Pensavo che avesse bisogno di un po' di calore, ma io non ero il tipo adatto. Credevo di non essere interessante per lei.
Lei mi sorrideva, mi chiedeva di sorridere. Io sorridevo, ma si capiva che lei non intendeva quel tipo di sorriso. Io questo lo capivo. Voleva che io sorridessi come quando io non lo sapevo. Ma io ora lo sapevo.

Lei stava ancora sdraiata. Sembrava una posizione innaturale, in un giardino, un parco, davanti a tutti, ma lei invece era molto naturale. Io me ne accorgevo, intuivo la sua naturalezza, ma non la intendevo fino in fondo.
Lei mi guardava negli occhi, dal basso all'alto. Io guardavo di fronte a me. Muoveva le mani per scostarsi i capelli e poi mi sorrideva. Lei pensava di non essere bella, non abbastanza.
Io guardavo di fronte a me, evitavo di guardare le due donne. Le guardavo, ma solo per pochi attimi. Non volevo che lei se ne accorgesse. Lei guardava me e guardava anche di fronte a sé, dal basso all'alto. C'erano molte persone, molte persone che dovevano conoscerla. Io non conoscevo quasi nessuno. Forse nessuno.
Io credevo di non interessarle. Credevo di non interessare nessuno. Pensavo che avesse bisogno di un po' di calore, e io di solito ero molto gentile con lei.
Lontano, nel parco, una musica usciva da un altoparlante.

Lei dava segni di insofferenza. Stava comoda così adagiata, ma si sentiva trascurata. Questo lo capivo. Non capivo invece perché proprio io, fra tanta gente. D'accordo, io ero molto gentile con lei, però mi mancava qualcosa. Forse ero troppo gentile. Ma allora io non lo capivo.
Io non guardavo le donne, non volevo guardarle, ma pensavo soprattutto a loro. Lei mi piaceva, ma forse era troppo vicina. Le donne continuavano a baciarsi. Sembravano instancabili.
Lei si rotolava sulle gambe, sulle mie gambe, lentamente. Si accorgeva della mia eccitazione e la voleva tutta per sé. Temeva di non essere abbastanza interessante, forse.
Io credevo invece di non essere interessante. Pensavo di sembrare interessante, ma di non essere interessante. Eppure lei era sdraiata sulle mie gambe. Diceva una cosa, ma intendeva un'altra cosa. Io non la intendevo. Oppure la intendevo, ma non credevo che fosse una cosa reale. Credevo che lei si sbagliasse. Che fosse uno sbaglio, o uno scherzo.
Lei rideva, ma non sembrava che stesse scherzando. Rideva un po' nervosamente. Io mi stavo abituando. Però non ci guardavamo più: quando io guardavo lei, lei guardava di fronte a sé, dal basso all'alto. Poi io guardavo le donne sull'altra panchina. Forse allora lei guardava me. Io le guardavo spesso, ma solo per pochi istanti. Guardavo più che altro di fronte a me. Lei faceva altrettanto.

Lei si era girata. Appoggiava la nuca sulla mia gamba esterna. La teneva appoggiata e ogni tanto spingeva, una leggera pressione della nuca. Sentiva la mia eccitazione e quasi la cercava, muovendosi lentamente. Io credevo che questo le avrebbe dato fastidio. Lunghi respiri, facevo lunghi respiri. Le donne si baciavano ancora, ma io non le guardavo.
Lei temeva che io non la trovassi interessante. Io avvertivo la sua inquietudine, ma non la intendevo. Credevo che la mia eccitazione potesse disturbarla. Che non fosse interessante. Manifestare la propria eccitazione, la propria natura, in pubblico, davanti a tutti. Pensavo che si dovesse evitarlo.
Lei pensava che io non la volessi. Pensava che io fossi normale, ma che non volessi lei. Credeva di non essere bella. Oppure di sembrare interessante, ma non abbastanza da interessare me.
Io non potevo muovermi, mi sentivo bloccato. La sua nuca non faceva più pressione, rimaneva immobile. Capivo che lei desiderava qualcosa, però non la intendevo. Guardavo le donne, e lei non mi guardava più.

Forse adesso qualcuno ci stava guardando. Io non la guardavo ma vedevo che lei, forse, stava guardando qualcuno. Io non vedevo nessuno, non conoscevo nessuno.
Lei ora non diceva più niente. Aveva sbadigliato. Le donne si baciavano e lei dava segni di impazienza. Sembrava stanca. Io non capivo, e non sapevo dove guardare. Forse aveva sonno davvero.

Lei si era alzata. Stava seduta e mi guardava. Io le sorridevo e lei finalmente mi parlava. Aveva sete, aveva voglia di una bibita, una bibita all'amarena. Lei diceva «ho sete», ma intendeva un'altra cosa, forse.
Io però non la intendevo, non del tutto. Mi sentivo più leggero, quello sì. Lei stava seduta e io mi sentivo più leggero. Le donne non smettevano di baciarsi. Sembrava sempre lo stesso bacio.
Io pensavo che lei volesse un'amarena. Si aspettava che io fossi gentile, che io andassi e le prendessi un'amarena. Credevo che questo fosse un modo per sentirsi più vicini. Lei invece pensava che io non la volessi. Pensava che non volessi lei.
Qualcuno, adesso, stava attraversando il parco, forse.

Lei stava in piedi. Io volevo alzarmi, ma lei non voleva. Credevo che volesse un'amarena. Lei voleva un'amarena, ma voleva andare lei. Diceva di volere un'amarena, ma intendeva un'altra cosa, forse. Io credevo di dovere andare io. Mi sembrava normale, volevo andare io. Ma lei proprio non voleva.
Io pensavo di non essere abbastanza interessante. Lei ora guardava le donne, senza nasconderlo, ma forse aveva visto qualcuno. Io non guardavo le donne, vedevo solo lei. Lei guardava le donne ma non diceva niente. Io non capivo, e non sapevo cosa dire.
Lei conosceva molta gente, lì. Ogni tanto qualcuno si fermava, e lei gli sorrideva. Io non lo conoscevo, non conoscevo nessuno. Qualcuno salutava e lei gli sorrideva. Io non salutavo, non dicevo niente. Lei guardava le donne, ma forse non le vedeva.
Io stavo seduto, le gambe accavallate, ma ormai non mi sentivo più leggero. Lei stava in piedi e si muoveva. Muoveva il corpo come per danzare. Io stavo fermo e pensavo all'amarena. Lei invece pensava che io non la volessi.
Io volevo muovermi, ma lei preferiva che io non mi alzassi. Voleva andare lei. Vedevo il suo corpo danzare e mi sentivo goffo. Volevo alzarmi, ma lei non voleva.

Lei se n'era andata. Voleva un'amarena e se n'era andata. Io guardavo le donne, ma cercavo di seguirla con lo sguardo. Vedevo le donne, ma guardavo lei. Intanto qualcuno mi chiedeva qualcosa. Io non conoscevo nessuno. Non era niente, infatti, però dopo io non la vedevo più. Lei voleva un'amarena, ma forse intendeva un'altra cosa.
Io però aspettavo. Volevo alzarmi, però aspettavo. Sentivo molto spazio intorno a me, quasi un vuoto. Lei era andata e non era tornata, non ancora. Lei aveva sete, io non avevo sete. O forse avevo sete, però non lo capivo. Guardavo le donne, sempre lo stesso bacio. Poi, più che altro, guardavo di fronte a me.

Lei non c'era più. Io stavo seduto, ma lei non c'era. Guardavo di fronte a me e credevo di non essere interessante. Lei non tornava. Io pensavo che forse non aveva trovato l'amarena, che la stesse cercando. Lei credeva invece che io non la volessi, che comunque per me non fosse interessante.
Io non volevo alzarmi, non ancora. Ormai era passato molto tempo, ma io stavo seduto. Io non conoscevo nessuno e c'era ancora una certa confusione. Non pensavo all'amarena, non dovevo pensare all'amarena, questo lo capivo. Lei, in ogni caso, non veniva, non tornava più.

Alla fine mi ero alzato. La gente era andata via e io camminavo, solo. Lei non c'era, credeva che non fosse importante per me. Aveva sete, ma forse intendeva un'altra cosa. Io però non la intendevo. O forse la intendevo, però non la capivo, non del tutto.
Io pensavo di non essere abbastanza interessante. Lei credeva di non essere abbastanza interessante per me. Le donne continuavano a baciarsi.

(1989)